Riconosco in questa tua “interferenza” molte riflessioni sparse che personalmente sto raccogliendo sul “lasciar andare le cose”, sopratutto quelle che comunque hai ormai interiorizzato.
Curioso che questo avvenga sul “registro emotivo personale” in un contesto “data driven”, orientato invece a rendere disponibili “scaffalature digitali” sempre più accessibili.
Questo essere in qualche modo “sovraccarichi” dell’esigenza di conservare ci fa perdere il gusto del “collezionare”, del comprendere il vero motivo del voler accanto, a portata di mano, quel libro, quella foto, quel pensiero, e non altri.
Mi viene in mente una riflessione di Alessandro Baricco, che pur nascendo da un altro contesto ancora più intimo, mi ha comunque condotto sul solco di questa nuova “interferenza”: “C’è questa cosa che non avevo mai capito nella vita e che ho scoperto molto tardi ed è che ti giochi una buona quantità delle tue possibilità di stare sul pianeta Terra con felicità sulla capacità che hai di lasciar andare le cose”.
Grazie Fabio per questo nuova stimolante occasione di riflessione.
Non riesco in questo momento a pensare di cancellare tutti i collegamenti, gli articoli salvati, le riflessioni etichettate con parole chiave. Mi sono ripromessa una riflessione approfondita ad agosto sui post che ho salvato negli ultimi sette mesi. Penso di essere nella “fase why”, in cui mi riconosco.
E ci sta , ognuno deve capire la propria fase e dove vuole esser. Per me era arrivato il momento dello switch e del reset per poter ridare spazio a pensieri e riflessioni nuove
Grazie a te per questo preziosissimo contributo Valerio. Il passaggio di Baricco lo conosco, leggendolo, ed in effetti mi hai connesso un tema che forse implicitamente avevo fatto mio, senza rifletterci.
Riconosco in questa tua “interferenza” molte riflessioni sparse che personalmente sto raccogliendo sul “lasciar andare le cose”, sopratutto quelle che comunque hai ormai interiorizzato.
Curioso che questo avvenga sul “registro emotivo personale” in un contesto “data driven”, orientato invece a rendere disponibili “scaffalature digitali” sempre più accessibili.
Questo essere in qualche modo “sovraccarichi” dell’esigenza di conservare ci fa perdere il gusto del “collezionare”, del comprendere il vero motivo del voler accanto, a portata di mano, quel libro, quella foto, quel pensiero, e non altri.
Mi viene in mente una riflessione di Alessandro Baricco, che pur nascendo da un altro contesto ancora più intimo, mi ha comunque condotto sul solco di questa nuova “interferenza”: “C’è questa cosa che non avevo mai capito nella vita e che ho scoperto molto tardi ed è che ti giochi una buona quantità delle tue possibilità di stare sul pianeta Terra con felicità sulla capacità che hai di lasciar andare le cose”.
Grazie Fabio per questo nuova stimolante occasione di riflessione.
Non riesco in questo momento a pensare di cancellare tutti i collegamenti, gli articoli salvati, le riflessioni etichettate con parole chiave. Mi sono ripromessa una riflessione approfondita ad agosto sui post che ho salvato negli ultimi sette mesi. Penso di essere nella “fase why”, in cui mi riconosco.
E ci sta , ognuno deve capire la propria fase e dove vuole esser. Per me era arrivato il momento dello switch e del reset per poter ridare spazio a pensieri e riflessioni nuove
Grazie a te per questo preziosissimo contributo Valerio. Il passaggio di Baricco lo conosco, leggendolo, ed in effetti mi hai connesso un tema che forse implicitamente avevo fatto mio, senza rifletterci.